Denunce infortuni e malattie professionali: i dati INAIL

Infortuni e malattie professionali: quali sono le differenze?

denunce infortuni malattie professionaliL’infortunio sul lavoro è un evento che si verifica per una causa violenta ed esterna al nostro organismo; si tratta di lesioni traumatiche (ustioni, schiacciamento, caduta di materiale dall’alto, investimento, taglio, ecc.), verificatosi durante lo svolgimento della mansione. La causa violenta danneggia l’integrità psico-fisica del lavoratore, esposto ad esempio a prodotti chimici, condizioni climatiche avverse, fonti rumorose, ecc. Il danno può essere permanente o temporaneo. Un ruolo importante nella prevenzione, è svolto dalla segnalazione degli infortuni mancati (near miss). La malattia professionale non si manifesta invece nell’immediato (la causa agisce lentamente); si riportano alcuni esempi: ernia discale, lombalgia, dorsalgia, ipoacusia, irritazioni cutanee, disturbi respiratori, ecc. Un aspetto che caratterizza tali patologie è il tempo che intercorre tra la prima esposizione e l’insorgere dei disturbi (latenza):

  • latenza breve o brevissima: i disturbi si manifestano a distanza di giorni o mesi;
  • latenza media: la malattia si avverte dopo alcuni anni;
  • latenza lunga: la patologia è dell’ordine di molti anni o anche decenni.

Comunicazione e denuncia d’infortunio: quali sono le tempistiche?

L’assicurazione obbligatoria INAIL copre tutti gli infortuni, anche se dovuti al lavoratore, compresi quelli avvenuti durante il normale tragitto casa-lavoro/lavoro-casa (infortuni in itinere). Se l’infortunio comporta l’assenza del lavoratore per almeno un giorno (escluso quello dell’evento) e fino a 3, il datore di lavoro deve inviare la comunicazione d’infortunio all’INAIL. Questa comunicazione va fatta a fini esclusivamente statistici e informativi; infatti l’INAIL non eroga alcun risarcimento economico per il giorno dell’evento e i tre successivi in caso di inabilità temporanea assoluta al lavoro. La comunicazione d’infortunio online deve avvenire entro 48 ore dalla ricezione del certificato. Per gli infortuni con prognosi superiore a 3 giorni (escluso quello dell’evento) il datore deve produrre una denuncia telematica all’INAIL (cosiddetta “denuncia d’infortunio”); va inviata entro 2 giorni da quando ne ha notizia (entro 24 ore in caso di morte o pericolo di morte). L’infortunio sul lavoro è pagato per i primi 4 giorni di assenza dal lavoro dal datore di lavoro. Dal 5° giorno in poi e per tutto il periodo di assenza dal lavoro per infortunio, è risarcito dall’INAIL.

Pericoli per la sicurezza del lavoratore: quali sono?

Gli infortuni sul lavoro accadono per i più svariati motivi e, a volte, anche se le aziende operano nel massimo della sicurezza; la maggior parte degli infortuni accade per disattenzione, fretta, stress. I danni alla persona possono essere lievi, gravi e in alcuni casi mortali. I dipendenti devono stare attenti ed essere consapevoli in ogni momento per evitare incidenti, mentre i manager devono conoscere le cause più comuni di infortuni al fine di individuare i fattori di rischio e prevenirli. I pericoli che potrebbero presentarsi sul lavoro, ai quali i lavoratori devono prestare attenzione, sono i seguenti:

  • Scarsa illuminazione degli ambienti di lavoro;
  • Scale fisse e portatili usurate;
  • Macchine ed attrezzature non a norma;
  • Opere provvisionali;
  • Attrezzature e utensili manuali;
  • Impianti elettrici e termici;
  • Apparecchi alimentati a gas;
  • Sistemi di sollevamento;
  • Agenti chimici pericolosi;
  • Mezzi di trasporto;
  • Radiazioni.

Infortuni e malattie professionali: i casi denunciati

I casi di infortuni denunciati tra gennaio e settembre del 2024 sono stati 433.002 (+0,5%), con un incremento dei soli incidenti in itinere. Le morti sul lavoro sono state 776 (+2,0%). Cresce del 22% il numero delle malattie di natura professionale denunciate, pari a 65. Il sito dell’INAIL (Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro) mette a disposizione i dati precisi in merito alle denunce di infortunio (nel totale e mortali) e di patologie lavoro-correlate pervenute all’Istituto fino al mese di settembre. Per comprendere il fenomeno, comprensivo anche dei casi accertati positivamente dall’INAIL, c’è da aspettare il consolidamento dei dati di tutto l’anno, con il completamento dell’iter amministrativo e sanitario delle singole denunce. Nel totale delle denunce di infortunio sono incluse inoltre le comunicazioni obbligatorie trasmesse a fini statistici e informativi da parte delle aziende, inerenti gli infortuni che implicano un’assenza dal lavoro di almeno un giorno, eccetto quello dell’evento.

Denunce d’infortunio presentate all’INAIL negli ultimi anni

Gli infortuni denunciati all’IINAIL da inizio anno a settembre del 2024 sono pari a 433.002, in crescita dello 0,5%, se confrontati con il report del medesimo periodo del 2023 in cui erano 430.829; si è registrato un incremento del 9,2% rispetto a gennaio-settembre 2021 e del 18,1% rispetto allo stesso arco temporale del 2020; dal confronto con il 2022, i numeri diminuiscono del 19,2% e del 7,6% rispetto al 2019 (l’anno prima della pandemia). Sulla base delle informazioni del mercato del lavoro analizzate mese per mese dall’Istat (Istituto Nazionale di Statistica) nei vari anni, con ultimo report aggiornato a settembre 2024, si fa presente che si è passati da 2.032 denunce di infortunio ogni 100mila lavoratori del 2019 a 1.805 del 2024, con una discesa dell’11,1%. In tutta Italia, i dati registrati annualmente a settembre chiariscono un calo degli episodi avvenuti sul posto di lavoro, passando dai 363.064 del 2023 ai 361.804 del 2024 (-0,3%); sale il numero di quelli in itinere, da 67.765 a 71.198 (+5,1%).

Denunce di infortuni per settori di attività

Riportiamo un riepilogo dei dati registrati a settembre di quest’anno in merito al numero delle denunce di infortuni sul lavoro per i diversi settori di attività economica:

  • -0,5% nell’ambito dell’Industria e dei servizi (dai 347.259 casi del 2023 ai 345.400 del 2024);
  • -0,9% in Agricoltura (da 19.544 a 19.374);
  • +6,6% nel Conto Stato (da 64.026 a 68.228).

Tra le attività con i maggiori aumenti dei casi avvenuti in occasione di lavoro si citano i seguenti:

  • Istruzione (+46,9%);
  • Sanità e assistenza sociale (+25,1%);
  • Riparazione, manutenzione e installazione di macchine e apparecchiature (+18,8%);
  • Fornitura di acqua-reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento (+16,2%);
  • Noleggio e servizi di supporto alle imprese (+14,8%);
  • Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (+13,2%);
  • Costruzioni (+11,6%).

Decessi sul posto di lavoro: quali sono le cause più comuni?

Le denunce dei decessi sul lavoro del 2024 sono state 776:

  • 15 in più rispetto alle 761 constatate nel medesimo periodo dello scorso anno;
  • 14 in meno rispetto al 2022;
  • 134 in meno sul 2021;
  • 151 in meno sul 2020;
  • 4 in meno in confronto al 2019.

Perché così tanti infortuni mortali? Le cause più comuni sono le seguenti:

  • movimentazione delle merci;
  • scivolamenti;
  • cadute dall’alto;
  • utilizzo di utensili.

Patologie correlate al lavoro: quali sono quelle più comuni?

Le denunce di malattie professionali registrate dall’INAIL da inizio anno a settembre 2024 sono state 65.333, 11.778 in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+22,0%). Vi è un incremento del:

  • 48,7% rispetto al 2022;
  • 61,4% rispetto al 2021;
  • 106,1% rispetto al 2020;
  • 44,7% rispetto al 2019.

Tale aspetto riguarda maggiormente il genere maschile. Tra le denunce, al primo posto si riscontrano i disturbi muscolo-scheletrici, seguiti dalle patologie del sistema nervoso e dell’orecchio (ipoacusia); oltre a queste, non mancano di certo le forme tumorali (ad esempio dovute all’inalazione di fibre di amianto) e le malattie dell’apparato respiratorio.

Infortuni attribuibili al lavoratore e al Datore di Lavoro

Molte sono le cause che potrebbero comportare un infortunio: alcune sono attribuibili al lavoratore e altre al Datore di Lavoro. Queste possono essere le cause dovute al Datore di Lavoro:

  • non idonea organizzazione di corsi di formazione all’atto dell’assunzione, in caso di introduzione in azienda di nuovi macchinari o materiali pericolosi o diverse impostazioni di lavoro;
  • mancata informazione del personale sui pericoli relativi alla sicurezza e alla salute connessi con le proprie mansioni;
  • macchinari privi delle idonee misure di sicurezza;
  • locali non a norma;
  • mancanza della segnaletica di sicurezza (cartelli di obbligo, antincendio, pericolo, divieto, ecc.), anche in merito alle istruzioni per l’uso dei macchinari, sulle varie norme di sicurezza, sugli atteggiamenti abituali (non toccare un macchinario o aprirlo mentre è in funzione, come comportarsi in caso di un funzionamento anomalo, come sollevare materiale pesante ecc.);
  • mancanza di controllo del personale affinché rispetti gli obblighi impartiti dal Datore di Lavoro.

Alcuni comportamenti del lavoratore potrebbero essere causa d’infortuni:

  • sbadataggine;
  • scarsa attenzione e concentrazione;
  • eccessiva fretta;
  • inosservanza delle norme di sicurezza;
  • stanchezza (mancanza di adeguato riposo);
  • assunzione di alcolici o sostanze stupefacenti.

Sistema di gestione per la sicurezza sul lavoro

Il processo normativo ha portato alla consapevolezza che la maggior parte di infortuni e malattie professionali ha una causa organizzativa. Fare prevenzione in azienda significa quindi dotarsi di una organizzazione che gestisca la salute e la sicurezza sul lavoro. Nascono da questa necessità i sistemi di gestione della salute e sicurezza (SGSL). La sicurezza in azienda va organizzata: il Datore di Lavora ha la massima responsabilità dell’impresa, che tutela ai sensi del D.lgs.81/08. Il Datore di lavoro ha l’obbligo di redigere il documento di valutazione dei rischi (DVR), organizzare la Sorveglianza Sanitaria (incaricando un Medico Competente aziendale) e provvedere alla formazione/addestramento dei lavoratori. A fini protettivi, devono essere forniti ai lavoratori idonei DPI (Dispositivi di Protezione Individuali).