Rumore sul posto di lavoro e perdita dell’udito

ipoacusia da rumore lavoroIl posto di lavoro, soprattutto nell’ambito della metalmeccanica, edilizia e falegnameria, può esporre i lavoratori a livelli di rumore non salutari. Le aziende devono evitare il più possibile che i dipendenti siano esposti a rumori tali da mettere a rischio l’udito. Il Decreto Legislativo 81 del 9 aprile 2008 al Capo II del Titolo VIII prevede le misure di prevenzione e protezione contro l’esposizione professionale al rumore, in particolare per la prevenzione del danno uditivo.

Deficit uditivo a causa della mansione svolta

È bene che chi è esposti a rumore comprenda come può verificarsi la perdita dell’udito a causa della mansione esercitata e quali sono le azioni preventive da mettere in atto. Il nostro sistema uditivo s’indebolisce per esposizione a rumori forti, ma non solo, anche in relazione al tempo di esposizione. Il rumore è considerato pericoloso a partire dagli 85 decibel, con conseguente ipoacusia (abbassamento del livello uditivo) o acufene (un fastidioso ronzio). C’è da dire che l’ipoacusia si manifesta sul lungo periodo, non di certo da un giorno all’altro. Un soggetto potrebbe accorgersi di avere un deficit uditivo quando:

  • avverte difficoltà a sentire in presenza di un rumore di fondo;
  • necessita di chiedere agli altri di ripetere quanto detto durante una conversazione.

Spesso sono proprio le persone con cui stiamo quotidianamente a contatto che ci fanno notare i nostri problemi di udito. Esempi di attrezzature che possono produrre livelli di rumore fastidiosi sono i seguenti:

  • trapani
  • smerigliatrici
  • tosa erba
  • aspiratori
  • compressori d’aria
  • troncatrici
  • sega circolare
  • motosega
  • martello pneumatico

La perdita dell’udito è permanente?

Esporsi costantemente a rumore senza gli opportuni DPI per l’udito potrebbe recare un danno permanente. Cosa devono fare i Datori di Lavoro? Prevenire la perdita dell’udito. Il livello di rumore deve essere rilevato sul posto di lavoro per minimizzarlo; il controllo periodico non è fine a sé stesso, ma è volto al miglioramento del confort sul posto di lavoro. I lavoratori, nei casi stabiliti dalla normativa vigente, devono sottoporsi ad esame audiometrico annuale da parte del Medico Competente aziendale.

Perdita dell’udito: problemi di sicurezza e salute

L’esposizione a rumori forti potrebbe danneggiare l’udito, ma non solo, è correlata anche a possibili danni extra-uditivi, che riguardano dunque diversi organi ed apparati; ad esempio potrebbero essere coinvolti il sistema cardiovascolare, nervoso e l’apparato gastrointestinale. A queste problematiche si aggiungono anche quelle di tipo psicologico e sociale. L’ipoacusia e l’acufene possono dunque avere ripercussioni sulla salute mentale, provocando uno stress prolungato nel tempo. Un lavoratore che sente poco è un problema anche dal punto di vista degli infortuni (a casa e al lavoro); potrebbe infatti non avvertire un segnale acustico di avvertimento quando ad esempio un mezzo fa retromarcia. Chi sente poco ha dunque più probabilità di infortunarsi.

Ambienti con rumori forti e gravidanza

Lavorare in un posto rumoroso quando si è incinte potrebbe risultare stressante, con conseguenze negative per il feto in via di sviluppo. Anche i suoni molto forti potrebbero influire sull’udito del bambino (anche se protetto dal liquido amniotico). L’esposizione livelli di rumore forti e continui non di certo favorisce la crescita del feto, recando purtroppo anche un minor peso alla nascita. Le donne in gravidanza che operano in luoghi rumorosi (oltre gli 85 decibel) potrebbero andare incontro all’ipertensione gestazionale, che può portare alla pre-eclampsia. Dovrebbero evitare l’esposizione a rumori forti e prolungati, in particolare nel terzo trimestre di gravidanza. E’ importante indossare dispositivi di protezione individuale per le orecchie, come tappi o cuffie antirumore.

Rumore di almeno 85 decibel: prendere precauzioni

Gli operai esposti quotidianamente a rumore pari o superiori ad 85 decibel corrono il rischio di perdere l’udito. È possibile monitorare il livello di rumore utilizzando un fonometro. Se ci troviamo ad almeno 85 dBA alziamo sicuramente la voce durante una semplice conversazione. Quando il rumore supera gli 85 dBA, la durata dell’esposizione giornaliera deve essere ridotta. Oltre a dover alzare la voce per essere ascoltati, ci sono altri aspetti che ad esempio mostrano che l’ambiente lavorativo potrebbe essere troppo rumoroso:

  • fischi alle orecchie dopo aver lavorato;
  • necessità di alzare il volume del telefono a fine turno.

I Datori di Lavoro devono intraprendere azioni per prevenire l’esposizione pericolosa al rumore; ogni potenziale esposizione dovrebbe essere valutata. Andiamo a vedere quali sono le principali misure preventive:

  • Eliminazione della fonte rumorosa;
  • Sostituzione con attrezzature meno rumorose: è un intervento valido adottare un’alternativa più silenziosa;
  • Controlli tecnici: i controlli del rumore possono comportare variazioni alle apparecchiature o all’ambiente in cui si opera. Alcuni esempi sono:
  • isolare il rumore;
  • porre una barriera tra la fonte rumorosa e il dipendente.
  • Limitare la durata delle attività rumorose: tali attività vanno organizzate; devono essere messe a disposizione dei lavoratori aree di sosta silenziose.
  • Dispositivi di protezione individuale (DPI): fornire ai lavoratori DPI per l’udito idonei quando le misure preventive non riescono a ridurre il rumore ad un livello sicuro. Devono essere indossati ogni volta che i livelli di rumore superano gli 85 dBA, indipendentemente del tempo di esposizione.

Per la valutazione del rischio rumore i Datori di Lavoro devono prendere in considerazione le linee guida INAIL.

Danni da rumore: uditivi e extra-uditivi

Gli effetti del rumore si manifestano nel medio-lungo periodo e sono permanenti. L’ipoacusia è una malattia professionale molto diffusa e riguarda la perdita di vario grado della capacità uditiva. Il rumore può essere dannoso anche per l’apparato cardiovascolare, endocrino, per il sistema nervoso centrale, ecc. Tra gli effetti vi sono anche l’indebolimento del sistema immunitario e i disturbi gastrointestinali. I lavoratori potrebbero accusare affaticamento mentale, riduzione della performance lavorativa e difficoltà a prendere sonno. Sono da considerare anche i possibili effetti sulla sicurezza: il rumore è un elemento di disturbo per le comunicazioni verbali e per i segnali acustici di sicurezza, con un aumento di probabilità degli infortuni sul lavoro. Il rumore può essere da intralcio alle attività che necessitano di attenzione; potrebbe essere causa di ipertensione e comportare stress. In Italia il problema rumore è piuttosto palese rispetto al contesto europeo; pur essendo un rischio in diminuzione rappresenta ancora la terza causa di malattia professionale denunciata all’INAIL.

Esame audiometrico: il controllo dell’udito

E’ compito del ​Medico del Lavoro ​effettuare l’esame audiometrico per i lavoratori che sono esposti a rumore. L’esame ha lo scopo di rilevare la soglia uditiva del paziente. E’ un accertamento molto richiesto, in quanto permette di verificare se l’udito dei lavoratori è danneggiato. Il test viene compiuto in un ambiente silenzioso. Il ​Medico ​deve tener conto che il rumore non è solo causa di trauma acustico, ma va visto come un agente fisico che può causare infortuni sul lavoro. Ovviamente, l’attività di Sorveglianza Sanitaria eseguita dal ​Medico Competente aziendale tutela i dipendenti anche dagli effetti nella vita quotidiana. E’ bene dunque prevenire traumi acustici e le cause di abbassamento del livello uditivo. La visita medica è volta a stabilire se le condizioni di salute del lavoratore sono adatte alla specifica mansione assegnata; questo ragionamento vale sia per per le visite mediche preventive, che per quelle periodiche. Il Medico del Lavoro è altresì tenuto ad esprimere un giudizio d’idoneità alla mansione specifica. Durante l’audiometria l’udito del paziente viene testato su diverse frequenze: in questo modo è possibile identificare se ha avuto una progressiva perdita dell’udito nel corso degli anni. E’ importante testare entrambe le orecchie, mettendole così a confronto. Bisogna evitare l’aggravarsi di eventuali patologie. Il medico competente è inoltre tenuto a suggerire al lavoratore e al Datore di Lavoro modalità di lavoro alternative in caso di rumore eccessivo. Il lavoratore, se lo ritiene opportuno, può richiedere al Medico del Lavoro una visita medica straordinaria; questo accade quando pensa che le sue condizioni di salute non siano compatibili con l’attività svolta.

Dispositivi di protezione individuale per il rumore

Le protezioni individuali devono essere adatte alla tipologia di attività svolta. Ad esempio, è inutile operare in un reparto d’imbottigliamento con le stesse cuffie indossate durante l’utilizzo di un trapano: i livelli di rumore sono diversi e quindi devono essere adottati DPI differenti, senza impedire di ascoltare i colleghi o i segnali di pericolo. Levare le cuffie antirumore per sentire un collega restando in una zona dove c’è l’obbligo di indossare i DPI, potrebbe inoltre danneggiare l’udito. Le protezioni devono essere selezionate in base al livello di rischio presente; queste non devono però essere solo adatte alle attività svolte ma devono anche essere semplici da indossare. Per tale ragione è opportuno selezionare i DPI in base alle esigenze ergonomiche. Il Datore di Lavoro sceglie DPI adatti, consultando il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS). Per la protezione da uno stesso livello di rumore ci potrebbero essere DPI che risultano più comodi per una persona rispetto ad altri aventi lo stesso grado di protezione.