Cattiva qualità dell’aria nei luoghi di lavoro: da cosa dipende?

qualità aria lavoroLa qualità dell’aria nei luoghi di lavoro è influenzata da possibili sostanze inquinanti prodotte dai materiali edili, di arredo e dalle attività eseguite. Si tratta di un aspetto importante da non trascurare in quanto concorre, insieme ad altri fattori (microclima, rumorosità, illuminazione, ecc.), a rendere un ambiente più o meno confortevole per i dipendenti. L’inquinamento indoor è “la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità” (Ministero dell’Ambiente Italiano, 1991).

L’aria del posto di lavoro è più inquinata di quella esterna

Contrariamente a quanto si pensi, i rischi per la salute umana sono molto più alti in relazione all’inquinamento indoor piuttosto che quelli prodotti dallo smog all’esterno degli edifici. Trascorrendo più dell’80% delle proprie giornate all’interno delle quattro mura, le persone subiscono infatti l’esposizione a un’altissima concentrazione di agenti inquinanti rispetto a quelle presenti all’aperto (anche nelle città più inquinate). Funghi, muffe e polveri, composti volatili (VOC), radon, piombo e formaldeide sono ad esempio molto pericolose per la nostra salute. La formaldeide è sicuramente tra le più comuni e rientra nella lista dei prodotti cancerogeni per l’uomo: presente in moltissime colle, vernici e materiali edili, viene rilasciata nell’aria sotto forma di gas o vapore. Nello scegliere la fornitura di arredi per l’azienda, specialmente in presenza di pannelli in compensato, è opportuno optare per prodotti con minime percentuali di formaldeide, per ridurre il rischio di respirarne le emissioni dannose. Una corretta areazione è importante per espellere a intervalli regolari tutte le sostanze volatili e garantire un ricambio continuo. L’apertura di porte e finestre spesso non basta e, a livello impiantistico, è necessario prevedere un sistema di ventilazione controllato che integri elementi per il recupero del calore dell’aria che viene espulsa. In questo modo, comfort termico e qualità dell’aria beneficeranno dello stesso sistema.

Sostanze inquinanti sul lavoro: come si generano?

Le possibili categorie di agenti inquinanti sono sia le sostanze prodotte dalla semplice presenza degli individui, che quelle dovute ai materiali edili e di arredo, oltre a quelle prodotte dalle operazioni effettuate quelle che dall’ambiente esterno vengono introdotte all’interno tramite la ventilazione naturale o meccanica. Il fumo da tabacco è un altro possibile inquinante; a tal riguardo è vietato fumare negli ambienti lavorativi al chiuso, ai sensi della Legge 16 gennaio 2003, n. 3. La valutazione della qualità dell’aria è volta al miglioramento della stessa, per raggiungere la sensazione di soddisfazione per l’ambiente, detta “benessere” o “comfort”. Vi sono quindi sostanze di natura antropica, cioè generate dall’uomo, ma anche quelle dovute ai materiali edilizi/di arredo e alle lavorazioni.

Sostanze generate dai materiali edilizi/arredi e attività

materiali impiegati per la costruzione e per gli arredi liberano nell’ambiente molte tipologie di sostanze, anche se in basse concentrazioni. Si fa presente, inoltre, che da molti anni la Commissione europea ha identificato il complesso dei composti organici volatili e la formaldeide come sostanze correlate alla presenza dell’arredamento. Un caso a parte è poi quello del Radon, un gas radioattivo emanato da alcuni materiali da costruzione. E’ purtroppo un agente cancerogeno per il quale vi sono limiti di legge sia per gli ambienti lavorativi sia per le abitazioni. Per quanto concerne le sostanze emesse dalle attività, si segnala che quando una lavorazione genera una o più sostanze in concentrazioni tali da risultare dannose/pericolose, il datore di lavoro è tenuto alla valutazione del rischio da sostanze pericolose  per tutelare la salute dei lavoratori (d.lgs. 81/2008 Titolo IX). Le sostanze pericolose che si trovano dell’aria a causa delle lavorazioni sono:

  • il monossido di carbonio;
  • gli idrocarburi aromatici.

Inquinamento dell’aria negli uffici: le cause

L’inquinamento interno degli uffici è una sfida complessa che causa diversi effetti sulle persone. Scopriamo come combattere questo problema. Le cause esatte non sono sempre chiare e possono variare da edificio a edificio:

  • influenze e scarsa igiene;
  • stampanti e mobili;
  • cattiva circolazione dell’aria;
  • detergenti e prodotti per la pulizia;
  • fonti esterne come polline e gas di scarico dei veicoli.

Come combattere l’inquinamento dell’aria interna nell’ufficio?

  • pulire frequentemente le zone di lavoro;
  • arieggiare spesso le varie stanze;
  • ridurre al minimo l’utilizzo di stampanti e usare mobilio a basso impatto ambientale;
  • cambiare e attuare una corretta manutenzione del sistema di aerazione;
  • acquistare un purificatore d’aria.

Si tratta di un elemento invisibile che accompagna questo ambiente durante tutto l’arco della giornata, un problema che molto spesso produce degli effetti apparentemente senza causa, pensando erroneamente che questa condizione sia dovuta semplicemente alla condizione personale del lavoratore. È la stessa OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) che ci rende consapevoli della rilevanza di questo problema: “L’aria interna può essere fino a 5 volte più inquinata rispetto all’aria esterna”. E questo si ripercuote inevitabilmente sulla vita lavorativa delle persone: la respirazione e il nostro benessere sono strettamente collegati. Se ci pensiamo bene, nulla è più essenziale dell’aria che respiriamo. Si stima che 1 lavoratore su 3 avverta un malessere generale a causa di condizioni non ottimali della qualità dell’aria. È dunque facile pensare che una buona qualità dell’aria influisca positivamente sulle nostre capacità cognitive e sul nostro stato di salute generale; viceversa, una pessima qualità nel nostro ufficio sarà la causa di problemi durante le attività lavorative.

Legionella nell’aria condizionata: un pericolo per i lavoratori

Se l’acqua è l’habitat naturale del batterio della legionella, l’impianto di condizionamento è senz’altro tra le più comuni fonti di propagazione e diffusione di un batterio così pericoloso per l’uomo. Non di rado, sono balzate agli onori della cronaca nazionale notizie in merito a focolai infettivi dovuti alla legionella. Gli spazi chiusi come gli uffici sono, ad esempio, sottoposti alla costante minaccia del patogeno che si insidia all’interno dei condizionatori. Se non presa in tempo, con un’infezione da Legionella si potrebbe anche morire, purtroppo. A tal riguardo le aziende devono valutare il rischio da legionella.

Inquinamento dell’aria indoor: gli effetti sui lavoratori

Una scarsa qualità dell’aria negli ambienti chiusi può recare danni evidenti e fastidiosi. Gli effetti sono diversi e molto spesso non ci si rende neanche conto che la causa sia l’inquinamento interno. Tra gli effetti immediati possiamo citare i seguenti:

  • sonnolenza;
  • alterazione sul ritmo cardiaco;
  • difficoltà respiratorie;
  • mal di testa;
  • irritazione degli occhi, del naso e della gola;
  • allergie e asma;
  • vertigini.

Nel lungo termine però, gli effetti possono essere anche più gravi, come ad esempio:

  • malattie cardiache;
  • patologie dell’apparato respiratorio;
  • disturbi a livello del sistema immunitario;
  • danni al sistema cardiovascolare e a quello nervoso.

Questi sono tutti segni che potrebbero essere correlati un’alta percentuale di inquinanti, ma che spesso tendiamo ad attribuire ad altre situazioni. Secondo una ricerca pubblicata dalla rivista Environmental Health Perspectives delle Università di Harvard e Syracuse, all’aumentare del tasso di anidride carbonica in una stanza, diminuisce il livello di attenzione. Ad essere colpite sono le capacità di ricevere le informazioni, risolvere problemi ed elaborare strategie. Nella ricerca è stato inoltre notato che operare in ambienti umidi, con muffe, aumenta del 40% il rischio di un attacco asmatico e la probabilità di accusare altri problemi respiratori. Il rischio aumenta nel caso di persone particolarmente sensibili alla problematica; devono stare attenti i bambini oltre agli anziani e le persone con patologie croniche (a livello cardiaco e respiratorio) del sistema immunitario. Stare in luoghi inquinati porta i soggetti ad avvertire quella sensazione di avere qualcosa che non va e a sentirsi come annebbiati, di non funzionare al 100% per quanto riguarda le capacità, a volte con cefalea o affanno. Anche l’inquinamento quindi potrebbe renderci stanchi e affaticati, non solo la mansione svolta. La perdita di concentrazione è un altro elemento significativo quando lavoriamo in un ambiente inquinato; non sono solo le notifiche, le e-mail che riceviamo durante la giornata, o i diversi compiti che dobbiamo portare a termine: l’inquinamento dell’aria interna incide molto sulla nostra capacità cognitiva di rimanere attivi; se meno ossigenato, il nostro cervello inevitabilmente cerca di compensare togliendo meno attenzione per non sforzarsi a dover farci rimanere attivi senza l’ambiente adatto. Il nostro corpo tende a difendersi se gli si richiede uno sforzo maggiore senza fornirgli i giusti strumenti (in questo caso un’aria sana). Se l’attenzione è minore, anche la produttività di ogni lavoratore sarà minore: operare nelle giuste condizioni, ci permette di dare il meglio di noi stessi. Viene da sé che il giusto ambiente di lavoro ci permette di garantire delle performance adeguate alle richieste del mercato. Passiamo ora all’insorgenza di malattie respiratorie: questo è forse il punto più delicato; purtroppo un’aria non salubre è il primo indicatore dell’insorgenza di tali patologie, che si traducono poi in richiesta di giorni di malattia da parte dei dipendenti. Una qualità dell’aria non ottimale è quindi sintomo di una maggior frequenza di infiammazioni respiratorie da parte dei lavoratori, come raffreddori, mal di gola, tosse, febbre, influenze di vario tipo. Ciò avviene perché i lavoratori sono esposti ad elementi non salutari e che ne intaccano le performance sul luogo di lavoro, causando quindi il non raggiungimento di prefissati obiettivi aziendali.