Psoriasi e lavoro: quali le attività lavorative controindicate?

La psoriasi

psoriasiLa psoriasi è una malattia infiammatoria cronica della pelle.
Tale patologia non è infettiva, contagiosa e in genere di carattere cronico e recidivo.
Non ha particolari correlazioni con sesso o età.
La pelle si accumula velocemente e diventa spessa nelle zone interessate dalle lesioni.
Anche se la patologia si può manifestare in qualsiasi parte del corpo, in genere si ha in corrispondenza di gomiti, ginocchia e tratto lombare della schiena, oltre che sulle mani, piedi ed zona genitale.
Le cause che comportano la psoriasi non sono ancora molto chiare, ma si ritiene che il fattore genetico ed immunologico giochi un ruolo fondamentale.
Alcuni fattori ambientali sono in grado di scatenare o aggravare la psoriasi.
Un ruolo importante è dato da traumi della pelle, processi infettivi ed alcuni farmaci.

Attività lavorative a rischio

Per i lavoratori che soffrono di questa malattia sono controindicate del tutto o in parte mansioni che comportano microtraumatismi sui quali possono comparire ulteriori lesioni psoriasiche.
Per microtraumatismi s’intendono le attività di sfregamento o di semplice appoggio di attrezzature, macchine da lavoro, ecc. sulla pelle.
Si tratta in particolar modo dei lavori in edilizia, metalmeccanica, ecc.
Anche il microclima caldo-umido può essere considerato un fattore di rischio: lavori in mense, cucine o all’aperto potrebbero esporre il lavoratore a condizioni climatiche avverse. L’utilizzo dei dispositivi di protezione individuali (guanti, scarpe di sicurezza, tute protettive, caschi, ginocchiere, cinture di sicurezza, ecc.) può comportare lesioni a causa dell’azione microtraumatica.
Tra i fattori di rischio più comuni vi è lo stress lavoro correlato, che comporta le fasi di recidiva.