Infortuni in edilizia e CPT di Torino
Il settore edile è quello con maggiori rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori rispetto ad altri ambiti lavorativi, in cui si riscontra il livello più alto di infortuni. La caduta dall’alto è inoltre la prima causa di morte in edilizia. Il CPT, Comitato Paritetico Territoriale per la Prevenzione Infortuni, l’Igiene e l’Ambiente di Lavoro di Torino e Provincia, in collaborazione con INAIL Piemonte, ha pubblicato un manuale per guidare le imprese edili verso una corretta valutazione dei rischi, ai sensi del D.Lgs.81/08. Il testo contiene informazioni utili in merito, fissando gli obblighi delle principali figure coinvolte nella sicurezza del settore edile. Scopo dell’Ente è lo studio e la risoluzione dei problemi che riguardano la prevenzione degli infortuni, l’igiene e il miglioramento degli ambienti lavorativi.
Infortuni in edilizia ed iniziative INAIL
Tra gli obiettivi che l’INAIL cerca di raggiungere, la riduzione del fenomeno infortunistico occupa un ruolo importante, costituendo uno strumento essenziale per la tutela nei confronti dei lavoratori. Su questo sfondo si colloca la collaborazione fra INAIL Piemonte e il CPT che ha portato alla promozione di molte iniziative finalizzate a sostenere i datori di lavoro e i lavoratori del comparto edile con l’obiettivo primario di contenere il fenomeno infortunistico. La denuncia di infortunio sul lavoro deve essere inoltrata dal datore di lavoro all’INAIL per i casi che siano prognosticati non guaribili entro tre giorni escluso quello dell’evento. Si sente spesso parlare di infortuni sul lavoro, in particolare in edilizia, un settore produttivo caratterizzato dalla complessità ed eterogeneità delle lavorazioni svolte e per la gravità degli infortuni registrati. I dati forniti dall’INAIL rilevano che il settore delle costruzioni è quello più colpito. Tale settore comprende tre ambiti:
- Costruzione di edifici (edificazione edilizia e lo sviluppo di progetti immobiliari);
- Ingegneria civile (realizzazione di strade, ferrovie e altre opere di pubblica utilità);
- Lavori di costruzione specializzati (preparazione e demolizione di cantieri e i lavori connessi a elettricità e idraulica).
L’ingegneria civile è l’ambito più colpito per quanto riguarda gli infortuni. La distribuzione territoriale in Italia del rischio di infortuni di entità grave attesta che non ci sono marcate tendenze geografiche (come una netta distinzione tra il nord ed il sud), ma emergono delle aree più a rischio:
- Area calabrese e ionica;
- Sicilia;
- Bolzano;
- Dorsale dell’Appennino centrale (incluse alcune zone emiliane, toscane, marchigiane, umbre ed abruzzesi).
Al contrario di quanto si possa pensare, l’area calabrese e quella ionica sono molto a rischio; per quanto riguarda invece le 4 principali città metropolitane (Roma, Napoli, Milano, Torino), queste presentano livelli di rischio piuttosto bassi. A scopo informativo l’INAIL mette a disposizione dei cittadini un set di dati pubblici, in formato aperto: ciò può rappresentare un’interessante opportunità per la sua valenza storico-statistica.
Cause di infortuni e misure di prevenzione in edilizia
I danni alla persona infortunata possono essere lievi, gravi e in alcuni casi potrebbero portare alla morte. Negli incidenti vengono spesso coinvolti anche le strutture e le apparecchiature utilizzate. I dipendenti devono stare attenti ed essere consapevoli in ogni momento dei pericoli presenti nell’ambiente lavorativo per evitare incidenti, mentre i manager devono conoscere le cause più comuni di infortuni sul lavoro al fine di individuare i fattori di rischio e prevenirli. Molte sono le cause che possono comportare un infortunio; alcune sono attribuibili al lavoratore ed altre al Datore di Lavoro. Gli infortuni potrebbero essere causati da:
- Assenza di dispositivi di protezione collettivi (parapetti, armature, barriere);
- Mancanze riscontrate sulle necessarie protezioni delle attrezzature e non idoneità delle stesse messe a disposizione dei lavoratori, che non consentono di operare in sicurezza;
- Carenza di manutenzione delle attrezzature impiegate;
- Scosse elettriche o esposizione a radiazioni che possono essere presenti durante le lavorazioni;
- Dispositivi di protezione individuali (DPI) non adeguati o non forniti da parte dei Datori di Lavoro (oppure in non utilizzo degli stessi);
- Formazione, informazione e addestramento dei lavoratori insufficienti, soprattutto quando si tratta di macchine o attrezzature azionate manualmente (i lavoratori devono sapere come funziona l’apparecchiatura prima di mettersi all’opera);
- Caduta di oggetti sui lavoratori (principalmente nelle fasi di movimentazione carichi);
- Assunzione di bevande alcoliche o sostanze stupefacenti da parte del lavoratori (l’alcol, già a piccole dosi, induce sensazione di stanchezza, rallenta i tempi di reazione, riduce la concentrazione, l’attenzione e la capacità di giudizio);
- Manipolazione di prodotti chimici pericolosi: possono essere tossici, infiammabili, corrosivi, ecc.;
- Mancanza di un’apposita cartellonistica che richiami l’attenzione sulle istruzioni per l’uso dei macchinari, sulle varie norme di sicurezza, sugli atteggiamenti abituali (non correre, toccare un macchinario o aprirlo mentre è in funzione, come comportarsi in caso di un funzionamento anomalo, come sollevare materiale pesante ecc.);
- Disattenzione, fretta o stress dei lavoratori durante la guida di mezzi aziendali, con conseguenti investimenti e ribaltamenti: la stanchezza è una delle principali cause di incidenti sul lavoro perché quando si è stanchi non si è vigili sul proprio operato (è bene mettersi alla guida riposati, evitare di guidare per troppo tempo consecutivamente e ascoltare i segnali che il nostro corpo ci invia, come ad esempio la difficoltà nel tenere aperti gli occhi).
Si fa presente che la caduta dall’alto dei lavoratori rappresenta l’infortunio più frequente, perché spesso le persone operano in altezza su tetti, scale e ponteggi. L’incidente sul lavoro viene associato, in genere, ad ambienti lavorativi come fabbriche o cantieri; tuttavia, secondo le statistiche INAIL, la prima causa di infortuni mortali sul lavoro è data dagli incidenti stradali, tra cui sono compresi gli infortuni in itinere. Ne consegue che ogni politica di prevenzione contro gli infortuni sul lavoro deve necessariamente essere in grado di incidere sulla diminuzione del rischio derivante dalla circolazione degli autoveicoli. Il Decreto Legislativo 81/08, al Titolo IV, tratta tutte le misure preventive per la tutela della salute e sicurezza all’interno dei cantieri temporanei o mobili. I Datori di Lavoro devono provvedere ad organizzare al meglio il cantiere e le attività lavorative, con sufficiente anticipo rispetto alla data di inizio dei lavori, prevedendo sia l’organizzazione sul campo delle varie attività sia il chi deve fare cosa, giorno per giorno. Tutti i lavoratori devono ricevere informazioni in merito alla salute ed alla sicurezza dello specifico cantiere ove si trovano ad operare. Non è sufficiente che venga assicurata una formazione generica circa la propria mansione, che è comunque un prerequisito indispensabile per poter operare in cantiere. Deve esserci un controllo continuo delle varie attività che si svolgono in cantiere, intervenendo, se necessario, qualora si presentino situazioni potenzialmente pericolose. Devono essere incaricati dei lavoratori per vigilare sul rispetto delle direttive impartite dal datore di Lavoro, che assumono dunque il ruolo di preposti, che devono essere a loro volta adeguatamente formati ed in possesso di specifica esperienza. E’ importante che ci siano periodiche riunioni, per un confronto tra i datori di lavoro, i preposti ed i lavoratori, sugli eventuali problemi riscontrati e per la messa a punto di misure correttive. Il processo normativo ha portato alla consapevolezza che la maggior parte di infortuni sul lavoro dipende da un’errata organizzazione. Fare prevenzione in azienda significa quindi dotarsi di un’organizzazione che gestisca la salute e la sicurezza sul lavoro. Nascono da questa necessità i sistemi di gestione della salute e sicurezza (SGSL). Tali sistemi organizzativi integrano obiettivi e politiche per la salute e la sicurezza nella progettazione e gestione di sistemi di lavoro e produzione di beni o servizi.
I soggetti responsabili della sicurezza sul lavoro
Passiamo ora alle principali figure aziendali, con ruoli fondamentali in materia di sicurezza. ll Datore di Lavoro è il responsabile del rapporto lavorativo e dunque dell’azienda dove opera il lavoratore, con capacità di decisione e di spesa. Deve ottemperare ad ogni obbligo del D.Lgs.81/2008, in particolare valutare i rischi e redigere una documentazione a conclusione della valutazione. Provvede dunque alla nomina del RSPP (Responsabile del servizio di prevenzione e protezione) o si autonomina. E’ proprio l’RSPP a coordinare il Servizio di Prevenzione e protezione (SPP). Si fa presente che il datore di lavoro può scegliere di organizzare il SPP all’interno dell’organizzazione o affidare il tutto a servizi/persone esterne. L’Addetto al Servizio di Prevenzione Protezione (ASPP) è la persona designata dal datore di lavoro, facente parte del Servizio di Prevenzione e protezione. Altra figura importante è Il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS), eletto per rappresentare i lavoratori in merito a qualsiasi problema di salute e sicurezza in ambito lavorativo; si tratta di un soggetto che deve frequentare uno specifico corso di formazione per RLS. Il datore di lavoro o il dirigente hanno l’obbligo di comunicare in via telematica all’INAIL, in caso di nuova elezione, i nominativi degli RLS. Il Medico Competente aziendale viene infine incaricato dal datore di lavoro per esercitare la Sorveglianza Sanitaria; è tenuto a collaborare con le altre figure della sicurezza in merito alla valutazione dei rischi cui vengono esposti i lavoratori. Oltre a sottoporre i lavoratori a visite mediche e fornire giudizi relativi alla loro idoneità professionale, il medico visita gli ambienti di lavoro con periodicità almeno annuale.