Il primo soccorritore dovrà difendersi dai pericoli insiti nell’ambiente in cui si effettua il primo soccorso, garantendosi sempre la sicurezza della scena, dal sangue e dai fluidi biologici dell’infortunato, impiegando appositi dispositivi di protezione individuale.
Anche la condizione e /o il comportamento dell’infortunato potrebbero, in certe situazioni, arrecare danno al primo soccorritore.
L’Ambiente Del Soccorso
L’ambiente in cui si effettua il soccorso potrebbe presentare numerosi pericoli per il soccorritore: il traffico veicolare incontrollato, l’esistenza di un incendio, lo sviluppo di gas tossici, il pericolo di crollo, la possibilità di condizioni atmosferiche sfavorevoli (pioggia, nebbia, neve).
Giunto sul posto, il primo soccorritore deve subito valutare se i pericoli ambientali comportino dei rischi per sé e per il soggetto da soccorrere ed agire conseguentemente al fine di garantire in ogni momento la propria sicurezza (gestione ambientale del rischio).
Pertanto, se vengono rilevati dei rischi, la sicurezza della scena può essere garantita rimuovendoli prima di iniziare le procedure di primo soccorso o spostando il ferito, se è in condizioni di muoversi, in luogo sicuro.
Sangue dell’Infortunato
In molte situazioni di emergenza sanitaria, le caratteristiche traumatiche dell’evento portano alla dispersione di sangue ed al contatto con altre componenti biologiche (saliva, muco, etc.). Ciò comporta la conseguente possibilità di contatto del primo soccorritore con materiali potenzialmente infetti.
Le principali infezioni che possono essere insite al primo soccorso sono:
- l’epatite B e C, che si trasmettono attraverso il contatto con il sangue (se infetto) dell’infortunato;
- l’AIDS, che si trasmette attraverso il contatto con il sangue (se infetto) dell’infortunato.
E’importante ricordare che ogni soggetto sanguinante deve essere considerato come fonte potenziale di infezione; pertanto, in tali occasioni occorre utilizzare appositi Dispositivi di Protezione (mezzi barriera), che evitano il contatto diretto con materiali potenzialmente infetti.
Le Precauzioni Universali, invece, sono i criteri operativi che regolano l’impiego dei mezzi barriera (la loro adozione è obbligatoria per il personale sanitario dall’emanazione del Decreto del Ministero della Sanità del 28/09/90 denominato “Norme di protezione dal contagio professionale da HIV nelle strutture professionali ed assistenziali”).
I Fluidi Biologici dell’Infortunato
Il sangue non è il solo veicolo di infezioni. Il contatto con muco e saliva (se infetti) può essere fonte di contagio del primo soccorritore in varie circostanze; una di queste, a titolo d’esempio, è la respirazione artificiale.
Il Comportamento dell’Infortunato
In alcune condizioni patologiche, il comportamento (involontario) dell’infortunato può porre a rischio il primo soccorritore:
- crisi psicotiche
- convulsioni negli attacchi epilettici
- chiusura repentina della bocca nel corso di una manovra di “apertura delle vie aeree” in fase di rianimazione cardio-polmonare
- agitazione psicomotoria del soggetto nelle fasi iniziali dell’annegamento
- respirazione artificiale del soggetto vittima di intossicazione o di avvelenamento
- il paziente potrebbe avere la cute contaminata dalla sostanza causa dell’intossicazione o dell’avvelenamento, oppure potrebbe esalare prodotti venefici che ha inalato, ingerito o assorbito attraverso la cute
- spostamento o trasporto di un paziente
- movimenti incongrui del soggetto soccorso possono contribuire a determinare danni al primo soccorritore (ad esempio, una caduta, la lombalgia acuta da sforzo, ecc).Per saperne di più sugli addetti al primo soccorso, si rimanda ai corsi per addetti al primo soccorso aziendale.