Molte persone avvertono un certo calo dell’umore durante l’inverno.
Alcune volte questa “metereopatia” diventa una patologia e in tal caso si parla di SAD (Seasonal Affective Disorder) o di disturbi stagionali dell’umore.
I disturbi colpiscono maggiormente le donne.
La SAD è anche più frequente tra le persone che abitano lontano dall’equatore, dove d’inverno c’è meno luce.
E’ proprio la scarsità di luce ad essere il fenomeno scatenante di determinati aggiustamenti biologici, che secondo gli esperti spiegherebbero la riduzione del tono dell’umore durante l’inverno.
Si deve tener presente che in inverno aumentano i livelli di SERT, la proteina di trasporto della serotonina.
Poiché la serotonina è coinvolta nella regolazione del tono dell’umore, più alti sono i livelli di SERT e maggiore è la tendenza al cattivo umore; non a caso, molti farmaci antidepressivi agiscono proprio sulla proteina SERT per aumentare i livelli di serotonina e quindi il buon umore.
Un’altra motivazione dei disturbi stagionali dell’umore riguarda l’aumento dei livelli di melatonina in risposta alla scarsa luminosità; tale fenomeno potrebbe spiegare la maggiore sonnolenza e la minore attività che molte persone lamentano nei mesi invernali.
La melatonina, infatti, ha un effetto sedativo e viene utilizzata dal cervello come un segnale per informare l’organismo che è buio e che è quindi giunto il momento di dormire e riposarsi.
Lo stress
La luce solare influisce dunque sul nostro stato d’animo: diminuisce la serotonina, responsabile nella regolazione del tono dell’umore, andando ad alleviare lo stress.
Spesso lo stress è legato alla propria attività lavorativa.
Lo stress da lavoro viene infatti visto come un vero e proprio problema nelle aziende: il D.lgs.81/08 obbliga i datori di lavoro a valutare tale rischio in un apposito documento di valutazione del rischio stress.