Morso di Vipera: consigli e controindicazioni

Come possiamo riconoscere una vipera?

Identificare una vipera non è difficile: ha una testa a forma di triangolo (a differenza di quella del serpente che è a forma di uovo), un corpo tozzo ed è lunga massimo un metro (generalmente 75-80 cm). Gli occhi della vipera sono caratterizzati dalla pupilla stretta e verticale, molto simile a quella dei gatti. Ha una tipica posizione ad S, ed è un animale diverso dal serpente per i due canini ben visibili. Le vipere sono vivipari: non depositano le uova come i serpenti, ma partoriscono i figli (dopo averli alimentati tramite una membrana analoga alla placenta). Cosa mangiano? Topi, lucertole e uccelli sono le loro prede. Un morso potrebbe portare al decesso, ma solo nello 0,1% dei soggetti colpiti e spesso ciò è dovuto ad effetti avversi come allergie, infarti o ictus e non dall’effetto diretto del veleno.
Sono a rischio anziani e bambini o soggetti con problemi di salute. Si potrebbe morire perché si aspetta troppo tempo prima di andare al pronto soccorso.
In Italia esistono diverse specie di vipere, identificate in base alla regione in cui sono maggiormente diffuse:

  • la vipera cornuta, detta anche “vipera del corno”: ha un piccolo corno sul muso, si trova soprattutto nel nord-est dell’Italia. Diversamente dalla tipica vipera italiana tende a mordere di meno, ma il suo morso è molto più pericoloso.
  • La vipera Berus: ha una lunghezza massima di 60 cm, è situata generalmente nel nord Italia e ha un corpo molto grande.
  • La vipera nera o vipera Aspis: è chiamata anche “vipera delle Alpi”, ha tutto il corpo nero, grigio o marrone. E’ molto robusta ed è presente su tutto il territorio nazionale.

Bisogna scappare se si vede una vipera?

Le vipere non vanno uccise senza un motivo: raramente cominciano ad attaccare per prime, lo fanno solo se vengono infastidite. Non dovrebbe rappresentare un problema se si trovano a distanza. Quando sentono che si sta avvicinando qualcuno, tendono nascondersi. È bene fare attenzione in montagna, soprattutto nei percorsi assolati; si potrebbe utilizzare un bastone per tastare il terreno in caso di erba alta. Se si avvista una vipera, è consigliabile stare fermi e battere a terra con un bastone, dato che le vipere riescono ad avvertire bene le vibrazioni del suolo. In ogni caso, non è detto che, anche quando morde, l’animale non sempre emette il veleno, anche perché questo rappresenta per lei una risorsa preziosa e difficile da rigenerare; potrebbe solo mordere, creando comunque in noi uno spavento.

Cosa fare in caso di morso di vipera?

Il morso della vipera si riconosce da due forellini profondi distanti massimo un centimetro; potrebbero essere presenti anche altri fori più piccoli lasciati dagli altri denti.
Se si viene morsi da una vipera si deve mantenere la calma: esiste un siero antivipera, un farmaco ospedaliero che viene somministrato quando necessario dai soccorsi. Se ci agitiamo, andremo ad aumentare il battito cardiaco e a diffondere il veleno nel nostro corpo.
Dobbiamo muovere l’arto il meno possibile: se il morso riguarda un braccio o una gamba, tenerlo fermo come se si fosse rotto è la strategia ottimale per evitare che il veleno si diffonda velocemente. Il veleno non reca nell’immediato danni seri all’organismo: c’è dunque tempo per ricevere le cure appropriate. Innanzitutto il soggetto deve sdraiarsi e chiamare i soccorsi. Fatto questo, la ferita deve essere lavata con cura. In genere si viene morsi agli arti inferiori; l’arto colpito deve quindi essere fasciato con una garza sterile. Non bere bevande alcoliche o assumere farmaci antidolorifici, per il loro effetto vasodilatatore. Il siero antivipera è il rimedio più efficace nei casi di morsi di vipera con complicazioni, ma dal 2003, su decisione del Ministero della Salute, rientra tra i farmaci ospedalieri, motivo per il quale non si può acquistare nelle farmacie. Non sempre il siero è opportuno nel caso di morso di vipera, proprio perché il paziente potrebbe avere uno shock anafilattico. Viene somministrato soltanto nel 10-20% delle persone affette dal morso.

Morso di vipera: cosa non si deve fare

In caso di morso di vipera, evitare di:

  • Farsi prendere dalla paura, perché non tutti i morsi contengono veleno;
  • Stringere troppo la fasciatura dell’arto colpito: un apporto di sangue carente, insieme all’azione del veleno, può rapidamente portare alla necrosi dei tessuti.
  • Iniettare da soli il siero antivipera: se applicato in prossimità della ferita la sua efficacia è nulla, e per di più c’è il serio rischio che, in mancanza dell’opportuna assistenza medica, il siero comporti una reazione avversa, come lo shock anafilattico. Si stima che il numero dei decessi per shock anafilattico a causa all’errata somministrazione del siero sia ogni anno in Italia più alto dei decessi dovuti al veleno di vipera.
  • Non improvvisarsi medico: evitare di incidere la ferita, aspirare il sangue con la bocca, medicare con pomate o disinfettanti alcolici.

Come agisce il veleno di vipera sul nostro corpo?

Le reazioni sistemiche importanti si manifestano solo dopo due ore, e quindi c’è tutto il tempo per arrivare al Pronto soccorso. I sintomi si manifestano inizialmente a livello locale. Dopo pochi minuti dal morso si avverte un dolore acuto nell’area colpita, e poi del bruciore.
La cute si va ad arrossare, si gonfia e compaiono grossi lividi che possono espandersi anche nelle zone circostanti. Il soggetto colpito dal morso, dopo circa 30 minuti – 1 ora potrebbe avvertire vertigini, bruschi abbassamenti della temperatura, cefalea, tachicardia, nausea, diarrea e un calo della pressione arteriosa che può persino comportare uno stato di shock. Dopo circa 12 ore, se ancora non ci si è recati al Pronto Soccorso, si ha la comparsa di vescicole, infiammazioni alle vie linfatiche e gonfiori alle ghiandole. Il veleno contiene diverse sostanze che causano danni alle cellule:

  • le neurotossine che impediscono la trasmissione neuromuscolare, paralizzando i muscoli;
  • le emotossine che alternano la coagulazione del sangue e comportano emorragie e trombi con rischio di embolia polmonare;
  • le neurotossine responsabili di disturbi ai reni.

Nessuna di queste sostanze è di se per sé mortale. Diversi aspetti però possono complicare le condizioni di salute e sono significativi per determinare l’esito dell’avvelenamento:

  • la quantità di veleno assorbita (le vipere giovani sono caratterizzate di norma un veleno più scarso e leggero);
  • il caldo (mette a rischio la situazione);
  • il peso del soggetto (sono a rischio i bambini piccoli, fino a 8 anni);

Potrebbero verificarsi raramente problemi emodinamici, digestivi, di coagulazione del sangue, difficoltà respiratorie, ecc. Se la persona colpita non riesce a tenere gli occhi aperti, questo è segno che la situazione è grave.

Come comportarsi in montagna per evitare le vipere

Specialmente nel periodo estivo, quando le belle giornate consentono di stare al sole e ad indossare abiti leggeri, è facile dimenticare che la montagna è un luogo che richiede alcune misure di sicurezza, come le seguenti:

  • Vestirsi in modo adeguato, con calzature adatte, dalla suola robusta, la tomaia imbottita e preferibilmente che coprano le caviglie, e un paio di calzettoni non troppo fini. Evitare di indossare scarpe da ginnastica leggere, perché non offrono una giusta protezione. Non camminare scalzi. Sono da preferire i pantaloni lunghi a quelli corti, soprattutto se lungo il cammino vi è presenza di erba alta o pietraie.
  • Fare rumore: ad esempio con un bastone, in modo da allontanare eventuali vipere.
  • Fare sempre attenzione alle pietre, soprattutto se dobbiamo sederci: è bene scrutare i punti in cui vogliamo sostare, per una pausa o un pic-nic. Le vipere amano stare nelle zone rocciose, assolate, e tendono a nascondersi (non spostare pietre, in particolare a mani nude).
  • Prestare attenzione all’erba alta: i morsi più gravi sono quelli al collo e al volto (evitare di sdraiarsi per prendere il sole o riposarsi).
  • A fini preventivi, portare con sé una confezione di garza sterile, un disinfettante a base d’acqua (acqua ossigenata o permanganato di potassio) e i numeri di telefono del centro antiveleni o dell’ospedale più vicino a cui rivolgersi in caso di emergenza.

Corsi di primo soccorso per le aziende

Molte sono le mansioni che vengono esercitate in luoghi all’aperto e che sono esposte al rischio di essere morsi da una vipera (ad esempio chi effettua attività di manutenzione del verde e chi opera in ambito agricolo). A tal riguardo, i datori di lavoro devono organizzare nelle proprie aziende una vera e propria squadra di addetti al primo soccorso per poter agire in caso di necessità. I corsi di primo soccorso devono essere conformi alle indicazioni del Decreto Ministeriale n°388/03 e sono finalizzati a tutelare tutte le persone colpite da malori o infortuni sul lavoro. Sono strutturati dunque secondo la classificazione del D.M. 388/03: gruppo A, B e C. Per determinare il gruppo di appartenenza dell’azienda, è necessario far riferimento all’indice di frequenza di inabilità permanente INAIL. La normativa vigente prevede l’obbligo di aggiornamento del corso di primo soccorso di almeno 6 ore per le aziende del gruppo A e di almeno 4 ore per quelle appartenenti ai gruppi B e C.