Che cos’è l’ebola?
La patologia da virus Ebola, nota come febbre emorragica da virus Ebola, è una malattia grave per la popolazione umana. In assenza di cure adeguate, tale virus può essere mortale. Le epidemie dovute al virus Ebola avvengono prevalentemente nei paesi tropicali dell’Africa centrale e occidentale.
I segni e i sintomi di tale malattia sono: improvviso attacco di febbre, dolori muscolari, emicranie e mal di gola. Tra gli altri sintomi vi sono: vomito, diarrea, insufficienza renale e epatica, emorragie interne e esterne.
Il periodo di incubazione è compreso tra i 2 e i 21 giorni. I pazienti divengono contagiosi dal momento in cui presentano i sintomi.
Quali sono le modalità di trasmissione?
Si pensa che i pipistrelli siano il probabile serbatoio naturale del virus Ebola. Tale virus si trasmette all’uomo dagli animali selvatici morti o vivi.
Nella popolazione umana l’infezione avviene tramite contatto diretto con sangue, liquidi biologici di una persona ammalata o morta per via della malattia o di animali infetti.
L’infezione, inoltre, può avvenire tramite contatto indiretto tra la pelle lesa o le mucose e oggetti contaminati dal sangue, dalle secrezioni o da altri liquidi biologici di persone ammalate tramite guanti, maschere o occhiali di protezione usati, indumenti sporchi, aghi usati.
Le persone guarite dalla malattia possono ancora trasmettere il virus tramite rapporti sessuali fino a 7 settimane dopo la guarigione.
Come prevenire l’ebola sul luogo di lavoro?
Gli operatori sanitari che lavorano negli ospedali, ambulatori, laboratori, lavanderie, trasporti andrebbero informati riguardo la natura e le modalità di trasmissione della malattia.
Tutti i lavoratori che esaminano casi sospetti o confermati di malattia da virus Ebola o manipolano campioni contaminati dovrebbero usare il dispositivo di protezione individuale adatto ai rischi biologici ed applicare le misure igieniche per le mani secondo le raccomandazioni dell’OMS.
In tutte le strutture sanitarie, inoltre, occorre attuare la prevenzione delle ferite da aghi o da strumenti taglienti, la sicurezza delle punture venose, l’igiene delle mani, l’utilizzo razionale dei dispositivi di protezione individuale, la pulizia regolare dell’ambiente, la decontaminazione delle superfici, delle attrezzature e la gestione sicura della biancheria sporca e dei rifiuti sanitari.
I viaggiatori d’affari di ritorno da zone colpite che non abbiano attuato le misure di lotta contro l’infezione dovrebbero assicurarsi di non manifestare sintomi durante i 21 giorni successivi al ritorno. Se questi viaggiatori sospettano di essere stati esposti a tale virus, devono consultare immediatamente un medico.