Viene definito videoterminalista (secondo l’art. 173 del D.lgs.81/08) il lavoratore nell’ambito della propria mansione utilizza videoterminali (schermi alfanumerici e grafici) almeno 20 ore a settimana. Oggi, l’utilizzo del pc (notebook, tablet e qualsiasi altro strumento munito di un monitor) è ormai diffusissimo, sia tra le mura domestiche che al lavoro e l’uso prolungato può portare a seri problemi. I maggiori rischi a cui un videoterminalista è esposto sono di tipo visivo, posturale e psicologico.
Accertamenti sanitari per l’addetto al videoterminale
La sorveglianza sanitaria è necessaria per chi opera al videoterminale per almeno 20 ore settimanali, in modo regolare. Riguarda visite mediche con accertamenti mirati ad esprimere un parere sull’idoneità del lavoratore. Si tratta dunque dell’attività effettuata dal medico competente aziendale, volta a prevenire rischi visivi e muscolo-scheletrici. Consiste in visite mediche preventive, all’atto dell’assunzione, per verificare se il lavoratore è idoneo allo svolgimento della mansione e periodiche (ogni 2 o 5 anni, in base ai casi stabiliti dalla normativa vigente). Il medico valuta, in particolare, i rischi per la vista e posturali; a tal riguardo effettua il visiotest e l’esame posturale. Durate l’esame della vista ci si focalizza essenzialmente sulla visione da vicino. Il medico può richiedere visite specialistiche aggiuntive e rilasciare un’idoneità al lavoro, eventualmente con delle limitazioni; potrebbe anche dare suggerimenti al Datore di Lavoro su come migliorare la postazione lavorativa. A livello preventivo devono essere rispettate le pause previste per Legge: 15 minuti d’interruzione ogni 2 ore di lavoro continuativo al pc.
Quali sono i possibili danni per la salute dei lavoratori?
I rischi principali legati all’uso del videoterminale sono:
- Affaticamento visivo (astenopia): potrebbero insorgere bruciore, lacrimazione, fastidio alla luce, visione offuscata, cefalea e difficoltà a mettere a fuoco. Una visione sempre da vicino non è salutare per i nostri occhi: ogni tanto è bene fare degli esercizi di rilassamento, osservando ad esempio il paesaggio dalla finestra. L’astenopia potrebbe dipendere inoltre da un errato posizionamento del pc rispetto alla finestra; l’operatore non deve trovarsi difronte alla stessa, onde evitare abbagliamenti, ma neanche con le spalle alla finestra perché potrebbero esserci riflessi sullo schermo.
- Disturbi muscolo-scheletrici: potrebbero manifestarsi dolori, rigidità, parestesie localizzate per lo più alle braccia, gambe, polsi e dita. Un problema tipico dell’addetto al videoterminale è la lombalgia cronica (stando sempre seduti, i lavoratori scaricano infatti il peso sul tratto lombare); anche la sindrome del tunnel carpale è piuttosto frequente. Il lavoratore potrebbe accusare inoltre dolori cervicali perché costretto ad abbassare lo sguardo per operare al pc.
- Stress lavoro correlato: potrebbe dipendere dalla monotonia, dal carico di lavoro eccessivo, da uno schermo troppo piccolo, dalla lentezza del pc, ecc. Tra i sintomi vi sono: stato di ansia, irritabilità, demoralizzazione e umore alterato.
Cosa può fare il lavoratore al videoterminale a fini preventivi?
Vediamo ora qualche precauzione per un uso sicuro del videoterminale:
- Mantenere una postura opportuna: schiena poggiata allo schienale, piedi a terra.
- Posizionare correttamente lo schermo del pc e la tastiera: la distanza occhi-schermo deve essere di circa 50-70 cm, in base alla grandezza dello stesso; lo spigolo superiore dello schermo deve essere sotto l’orizzontale che passa per gli occhi.
- Fare delle pause (15 min ogni due ore di lavoro): lo scopo è quello di muoversi e di non affaticare la vista.
- Regolare la luce sullo schermo.
- Segnalare eventuali problemi di salute al medico aziendale: potrebbero insorgere anche dopo diversi anni dallo svolgimento della mansione.
- Frequentare corsi di formazione obbligatori per lavoratori a basso rischio.
Evitare posture errate e fisse nel tempo
Mantenere una posizione fissa davanti al pc può esporre a problemi per il sistema muscolo-scheletrico. Diverse ore trascorse davanti ad un monitor, magari assumendo posizioni errate, vanno ad alterare la nostra postura. Sono dunque da evitare fitte alla schiena da postura fissa prolungata in ufficio. Nel caso in cui si mantengano posture scorrette nel tempo, i fastidi possono sfociare in vere e proprie patologie alla schiena: lombalgie, cifosi o ernie discali. La lombalgia è un disturbo che interessa la parte bassa della schiena, più o meno a livello del bacino; colpisce molti dipendenti che svolgono un lavoro al pc. La cifosi è invece un’accentuazione patologica della curvatura della parte alta della schiena; possibili sintomi sono dolore/rigidità alla schiena e affaticamento. Si ricorda che una postura scorretta può alterare le curve fisiologiche della colonna vertebrale, con la comparsa di artriti o ernie discali (lombari/cervicali). In presenza di ernia discale, cede l’anello fibroso (disco) e fuoriesce la sostanza semifluida dal nucleo; si ha dunque una compressione sui nervi spinali (a volte dolorosa).
Perché la posizione seduta crea una pressione intradiscale?
Da seduti il ventre si distende, provocando una maggioranza di peso del corpo a carico dei dischi rispetto a quando si è in piedi; si ha quindi una sollecitazione intradiscale nella zona lombare della schiena. A tal riguardo è bene l’utilizzo di sedie con braccioli perché riducono la pressione discale. . Stando seduti per molto tempo, i muscoli della schiena tendono ad irrigidirsi e ad abituarsi alla postura seduta. È per questo motivo che quando ci rialziamo potremmo avvertire dolore. Come evitare dolori alla schiena? Mantenere i piedi sul pavimento e la schiena dritta, appoggiata allo schienale (chi lavora al pc tende a stare con la schiena curva) ed effettuare pause regolari previste per Legge.
Cervicalgia: un disturbo tipico del lavoro al pc
La cervicalgia è un dolore al collo che si protrae per un periodo di tempo variabile (mesi/anni). Si hanno diverse tipologie:
- Cervicalgia propriamente detta: dolore cervicale concentrato in sede cervicale.
- Sindrome cervico-brachiale: dolore cervicale che s’irradia lungo il braccio e le scapole; si ha indebolimento e perdita della forza muscolare del braccio, formicolii e percezione di scosse elettriche alla mano e al braccio.
- Sindrome cervico-cefalica: la cervicalgia è accompagnata da altri sintomi come alterazioni della vista, disturbi della deglutizione e vertigini. Il mal di testa può durare dai pochi minuti a giornate intere, e può aumentare d’intensità e frequenza, evolvendo in una forma cronica.
Schermo, tastiera, piano di lavoro, sedile e illuminazione
Per quanto riguarda il monitor:
- l’immagine sullo stesso deve essere fissa e senza oscillazioni;
- è bene utilizzare un rialzo separato per lo schermo, onde evitare di abbassare troppo lo sguardo durante il lavoro;
- non deve presentare riflessi;
- deve essere di fronte all’operatore, ad una distanza dagli occhi pari a circa 50-70 cm.
Riflessi sul monitor e abbagliamenti dell’operatore devono essere evitati posizionando la postazione operativa in base all’ubicazione delle fonti di luce naturale e artificiale. Si dovrà tener conto di finestre, pareti trasparenti o traslucide, pareti e attrezzature chiare. Passiamo ora alla tastiera: deve avere un colore opaco (senza riflessi); deve esserci abbastanza contrasto tra il colore della tastiera e quello dei simboli dei tasti (è opportuno scegliere tastiere nere con simboli bianchi oppure tastiere bianche con simboli scuri). Il piano di lavoro non deve avere una superficie troppo lucida; la grandezza deve essere sufficiente per inserire schermo, tastiera ed altri oggetti necessari. L’altezza della scrivania deve essere tra i 70 e gli 80 cm (regolabile). Il sedile deve avere le 5 razze, con altezza regolabile e bordi smussati; lo schienale deve assecondare i movimenti della schiena dell’operatore. Per le persone di bassa statura sono previsti poggiapiedi. L’illuminazione naturale e artificiale (lampade da tavolo) deve garantire un contrasto appropriato tra schermo e ambiente. Le finestre devono essere provviste di un appropriato dispositivo di copertura regolabile per affievolire la luce diurna che illumina la stanza.
Visiotest per gli addetti al videoterminale
Il videoterminalista effettua con il medico del lavoro una visita che include uno screening visivo, volto a:
- individuare e monitorare eventuali deficit visivi che potrebbero rappresentare un rischio durante l’attività lavorativa;
- rilevare la corretta funzionalità della vista da vicino;
- accertare casi di astenopia occupazionale (fatica oculare).
- rilevare la potenzialità di distinguere i colori;
- accertare eventuali disturbi visivi, come lo strabismo.
E’ un esame che si effettua con uno strumento chiamato «visiotest» (macchinario portatile munito di lenti). Se il lavoratore porta occhiali o lenti a contatto, li dovrà avere con sè durante la visita. Il visiotest è caratterizzato da un visore posto all’estremità superiore dove il lavoratore dovrà poggiare la fronte in modo da poter vedere all’interno della camera del visiotest. Il medico proporrà al paziente alcuni test posti nella camera di visualizzazione. Durante il test, il medico compilerà una scheda precostruita, la cosiddetta “scheda di individuazione dei difetti visivi”.
Conclusioni: rendiamo sicuro il lavoro al videoterminale
In sintesi, sottoporsi a visita medica aziendale è un obbligo per i videoterminalisti, a tutela della loro salute. Osservando le indicazioni del medico, implementando misure di prevenzione e modificando le proprie abitudini, è possibile minimizzare i rischi e operare in sicurezza, in condizioni confortevoli. Il Datore di Lavoro esamina l’ambiente lavorativo con particolare attenzione ai seguenti aspetti:
- rischi posturali e visivi;
- stress lavoro-correlato;
- condizioni igieniche ottimali.
Deve organizzare i luoghi di lavoro in base ai requisiti minimi stabiliti all’allegato XXXIV del Decreto Legislativo 81/08.