Che cos’è il contratto di lavoro intermittente?

Questo contratto lavorativo può essere stipulato quando si ha la necessità di utilizzare un lavoratore per prestazioni a carattere discontinuo.
Quali sono i soggetti interessati?
Il contratto di lavoro intermittente riguarda molte categorie, quali custodi, personale di sorveglianza, addetti a centralini telefonici privati, receptionist di albergo, camerieri, addetti alle pompe di carburante, lavoratori dello spettacolo.
È inoltre concesso il ricorso al lavoro intermittente durante i fine settimana, le ferie estive e le vacanze pasquali e natalizie.
Il contratto può essere stipulato con lavoratori già occupati, anche a tempo pieno, purché venga rispettato il riposo settimanale obbligatorio.
Uno stesso lavoratore può firmare più contratti, purché gli impegni assunti contrattualmente siano tra loro compatibili.
Quali sono i divieti?
Non si può ricorrere al lavoro intermittente nei seguenti casi:
- quando il datore di lavoro non ha effettuato la valutazione dei rischi;
- per sostituire lavoratori in sciopero;
- qualora il datore abbia provveduto a licenziamenti collettivi nei sei mesi precedenti l’assunzione;
- nel caso in cui sia in corso una sospensione dei rapporti o una riduzione dell’orario lavorativo con diritto al trattamento di integrazione salariale.
Qual è il contenuto del contratto?
Il contratto a chiamata deve necessariamente precisare:
- le esigenze che giustificano il ricorso al lavoro intermittente;
- la durata del contratto;
- i tempi e le modalità con cui il datore può esigere la prestazione;
- i tempi e le modalità di retribuzione.
Al lavoratore ”a chiamata”, deve essere assicurato, a parità di mansioni svolte, il medesimo trattamento normativo, economico e previdenziale riconosciuto ai colleghi dello stesso livello. I lavoratori ”intermittenti”, inoltre devono frequentare obbligatoriamente i corsi di formazione per lavoratori.
Nel caso in cui il lavoratore si impegni a restare a disposizione del datore in attesa della chiamata (garantendo la sua prestazione lavorativa in caso di necessità), il datore è tenuto a ricompensarlo mensilmente con un’indennità di disponibilità.
In questi casi, il contratto deve altresì indicare:
- il preavviso per la chiamata;
- l’importo e le modalità di pagamento dell’indennità di disponibilità.
L’importo minimo dell’indennità non può essere inferiore al 20% della retribuzione mensile.
Il lavoratore che, per malattia o altra causa, non può rispondere alla chiamata deve avvisare tempestivamente il datore di lavoro.
Se è stata assicurata la disponibilità a chiamata, il lavoratore non può rifiutare di effettuare la prestazione senza una fondata motivazione, altrimenti perde l’indennità e deve risarcire il danno eventualmente arrecato al datore.


