Sembra assurdo che delle cose all’apparenza innocue come gli strumenti di lavoro che utilizziamo possano essere una fonte di inquinamento, ma in verità è proprio così. Le stampanti sono state per diversi anni sottovalutate come causa di inquinamento; nell’ultimi tempi è stato evidenziato come un utilizzo quotidiano e soprattutto ravvicinato alle scrivanie dei lavoratori, possano essere una fonte di inquinanti pericolosi come polveri sottili, Composti Organici Volatili (COV) e ozono. Del resto, l’inchiostro utilizzato non è assolutamente naturale ed è composto prevalentemente da elementi chimici non in linea con la nostra salute. Grazie al progresso tecnologico (sistema di trasferimento con rulli), nella maggior parte delle attrezzature moderne, il rilascio di ozono è quasi assente. Appartengono ai COV, ad esempio, lo stirolo e i chetoni; soprattutto nei modelli più obsoleti è stata accertata la presenza di benzolo (benzene). Per quanto riguarda le polveri, queste sono rappresentate dalla carta e dal toner. La quantità di emissioni e i rischi per la salute dipendono dunque dal tipo di attrezzatura messa a disposizione e dalla frequenza con cui viene utilizzata.
Stampanti a getti d’inchiostro: un’alternativa a quelle laser
Le emissioni delle stampanti con tecnologia laser e delle fotocopiatrici sono di norma al di sotto dei valori limite raccomandati; il rischio di un danno severo per il nostro organismo è dunque poco probabile. Potrebbero però verificarsi disturbi nei soggetti più sensibili. Tutto ciò viene generalmente evitato con la cura dell’igiene del posto di lavoro. Rari sono i casi di reazioni allergiche severe al toner. Per i lavoratori che pensano di avere dei disturbi correlati alla mansione svolta, sono consigliabili degli accertamenti. Un’alternativa alle stampanti laser è costituita dalle stampanti a getto d’inchiostro, che hanno un basso tasso di emissioni. Le stampanti laser sono più vantaggiose dal punto di vista economico, dato che i toner impiegati hanno una capacità di stampa molto più elevata rispetto alle cartucce a getto d’inchiostro. La tipologia a laser è più adeguata all’uso aziendale: un toner generalmente può stampare dalle 1000 alle 5000 pagine. Se una stampante laser stampa in modo non nitido vuol dire che il toner è esaurito.
Fotocopiatrici e stampanti laser: misure generali per gli uffici
- Attenersi alle indicazioni del fabbricante riportate nel manuale d’uso;
- Posizionare gli apparecchi in un luogo ampio e con una buona ventilazione;
- In caso di attrezzature con potenza elevata, è bene porle non vicine alle postazioni dei lavoratori e, se necessario, ricorrere ad un impianto di aspirazione;
- Le bocchette di scarico dell’aria vanno orientate non in direzione dei lavoratori;
- Deve essere effettuata la manutenzione periodica delle attrezzature;
- Le cartucce del toner vanno sostituite secondo le indicazioni del fabbricante.
- Eliminare con un panno umido eventuali tracce di toner;
- In caso di rilascio accidentale di toner, pulire abbondantemente con acqua e sapone le zone del corpo macchiate dallo stesso;
- Utilizzare guanti usa e getta per ricaricare il toner.
Toner sul posto di lavoro: quali sono i danni per la salute?
I toner sono composti da particelle polimeriche, con diametro compreso tra i 2 e i 10 μm, con grandezze medie di circa 5 μm. Le polveri di toner possono purtroppo insidiarsi negli alveoli polmonari. Si tratta di particelle non solubili in soluzioni a base di acqua. Diversi esperimenti su animali hanno attestato che tali sostante non hanno un alto livello di tossicità. Soffermiamoci ora sulle possibili conseguenze per la salute. L’esposizione al toner potrebbe essere conseguenza di irritazione alla pelle, fastidio agli occhi, tosse e cefalea. E’ raro che si verifichino delle reazioni allergiche, o problemi di tipo respiratorio, che vanno a compromettere la funzionalità dei polmoni. In caso di reazioni avverse da parte dei lavoratori, queste possono essere riconducibili a condizioni di lavoro non ottimali o a soggetti particolarmente sensibili. Vi sono però casi di allergie a carico dell’apparato respiratorio, come la rinite allergica e l’asma bronchiale. Chi è a contatto con il toner, oltre i lavoratori che operano in ufficio? Sono da considerarsi a rischio soprattutto i produttori dello stesso, coloro che realizzano fotocopiatrici e stampanti, chi ripara ed effettua manutenzioni su tali attrezzature. I lavoratori che svolgono mansioni d’ufficio potrebbero manifestare disturbi correlati all’ambiente di lavoro; non è detto che questi siano dovuti alle polveri di toner. Anche se non vi sono dati certi di danni alla salute, tuttavia, ciò non significa che non si debba stare attenti; ricordiamo che la polvere di toner può infatti penetrare negli alveoli dei polmoni. Si fa presente che la normativa vigente obbliga i Datori di Lavoro devo valutare i rischi per la salute dei videoterminalisti.
Stampanti e fotocopiatrici in ufficio: curare l’igiene al lavoro
I Composti Organici Volatili (COV) potrebbero in casi rari essere responsabili di starnuti, tosse e problemi respiratori. Gli effetti negativi di tali emissioni possono essere evitati con una buona igiene dell’ambiente di lavoro. Ad oggi non possiamo escludere che le polveri di toner abbiano effetti cancerogeni; pertanto è bene mettere in atto le opportune misure preventive, quali la ventilazione degli ambienti e l’installazione della stampante e/o della fotocopiatrice in luogo separato dalla postazione dell’operatore al pc. Ai primi segnali di disturbi di salute, si deve ricorrere alla manutenzione delle attrezzature, ma se nonostante ciò i disturbi persistono, ci si deve rivolgere ad un medico del lavoro.
Qualità dell’aria degli ambienti di lavoro
È importante che all’interno delle aziende si curi la qualità degli ambienti in cui si lavora e quindi il benessere delle persone. Si definisce inquinamento indoor “la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità” (Ministero dell’Ambiente Italiano, 1991). Contrariamente a quanto si pensi, i rischi per la salute umana sono molto più alti in relazione all’inquinamento indoor piuttosto che quelli prodotti dallo smog all’esterno degli edifici. Trascorrendo oltre l’80% delle giornate all’interno del posto di lavoro, le persone sono infatti esposte a un’alta concentrazione di sostanze inquinanti rispetto a quelle presenti all’aperto (anche nelle città più inquinate). Funghi, muffe e polveri, composti volatili (VOC), radon, piombo e formaldeide sono solo alcune delle sostanze più pericolose per il nostro organismo. La formaldeide è piuttosto comune e appartiene alla lista delle sostanze cancerogene per l’uomo: presente nelle colle, nelle vernici e nei materiali edili, viene emessa nell’ambiente sotto forma di gas o vapore. Nello scegliere infatti la fornitura di arredi per il proprio ufficio è opportuno optare per prodotti con minime percentuali di formaldeide. Una corretta areazione serve ad espellere le sostanze volatili; l’apertura di porte e finestre il più delle volte non basta e si ricorre ad un sistema di ventilazione controllato; in questo modo, comfort termico e qualità dell’aria beneficeranno dello stesso sistema.
Inquinamento dell’aria in ufficio: effetti e cause
L’inquinamento interno degli uffici è una questione complessa, responsabile anche di alcuni danni alle persone. Le cause precise non sono sempre note e possono variare da edificio a edificio:
- Forme influenzali e scarsa igiene;
- Stampanti e mobili;
- Cattiva circolazione dell’aria;
- Prodotti chimici per pulire;
- Sorgenti esterne come polline e gas di scarico delle auto.
Alcune soluzioni per evitare l’inquinamento dell’aria interna nell’ufficio sono le seguenti:
- Pulire spesso le aree di lavoro;
- Arieggiare continuamente le varie stanze;
- Utilizzare solo se necessario le stampanti e usare un mobilio poco inquinante per l’ambiente;
- Effettuare una corretta manutenzione dell’impianto di aerazione;
- Acquistare un purificatore d’aria.
Una cattiva qualità dell’aria negli ambienti può essere causa di sintomi evidenti e fastidiosi. Gli effetti sono diversi e molto spesso non ci si rende neanche conto che la causa sia l’inquinamento interno. Tra gli effetti immediati possiamo citare i seguenti:
- sonnolenza;
- alterazione sul ritmo cardiaco;
- difficoltà respiratorie;
- mal di testa;
- irritazione degli occhi, del naso e della gola;
- allergie e asma;
- vertigini;
Nel lungo periodo gli effetti possono essere anche più gravi, fino a:
- provocare patologie cardiache;
- aggredire l’apparato respiratorio;
- recare disturbi al sistema immunitario;
- incidere negativamente sul sistema nervoso.
Questi sono aspetti che potrebbero indicare un alto livello di inquinanti nell’aria che inaliamo, ma che spesso tendiamo ad associare ad altre cause. Secondo uno studio pubblicato dalla rivista Environmental Health Perspectives delle Università di Harvard e Syracuse, all’aumentare del tasso di CO2 in un ambiente al chiuso, diminuiscono le capacità cognitive. Nella ricerca è stato inoltre attestato che operare in ambienti con alta umidità e presenza di muffe aumenta del 40% il rischio di contrarre l’asma e anche quello di sviluppare altri problemi di tipo respiratorio. Il rischio è alto nelle persone particolarmente sensibili alla problematica, che possono subire effetti sulla salute a concentrazioni degli inquinanti relativamente basse o manifestano risposte più gravi rispetto a quelle che generalmente si verificano nella popolazione generale. I gruppi considerati più a rischio sono in primis i bambini oltre agli anziani e le persone con patologie croniche, a livello cardiaco e respiratorio, del sistema immunitario.