Mancanza di concentrazione al lavoro: da cosa dipende?

Ritmi frenetici e concentrazione al lavoro

Alcuni consigli per evitare lo stress lavoro correlatoAumentare la concentrazione è il sogno di ogni lavoratore che svolge una mansione con un impegno mentale. La scarsa concentrazione è un sintomo poco specifico, che può essere ricollegato a diversi fattori. A volte è correlato a patologie degne di approfondimento, ma generalmente è il frutto di stati di profonda stanchezza mentale e di stress accusato nel tempo. Avere ritmi di lavoro frenetici, che tolgono tempo alla vita privata, può essere frustrante. Com’è noto, lo stress non è una condizione di per sé negativa: il suo impatto sul nostro benessere dipende da come noi reagiamo ad esso. Ogni situazione preoccupante genera in noi una serie di “reazioni di allarme”, che ci consentono di affrontare il pericolo. Quando un lavoratore è stressato il suo corpo rilascia sostanze come il cortisolo e l’adrenalina, che comportano un aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, abbassano il livello di attenzione e favoriscono la contrattilità della muscolatura scheletrica. In caso di stress cronico, l’elevata e permanente concentrazione di cortisolo portano ad una situazione di stanchezza cronica e all’esaurimento. I sintomi principali sono la mancanza di energia e la fatica mentale, che mettono a rischio la nostra memoria.

Cosa s’intende per “stress lavoro correlato”?

Lo stress lavoro correlato è una condizione che può comportare disturbi fisici e psicologici; interessa qualsiasi contesto lavorativo. Si verifica tra i dipendenti quando le richieste avanzate nei loro confronti superano la capacità di farvi fronte, con effetti dannosi per l’equilibrio psichico, che si riflettono anche sulla vita relazionale. Alcune situazioni che espongono a rischi psicosociali e che potrebbero quindi comportare lo stress, sono i seguenti:

  • Carico di lavoro eccessivo;
  • Esigenze contrastanti o poca chiarezza sui ruoli;
  • Mancanza di coinvolgimento nei processi decisionali che interessano i lavoratori;
  • Errata gestione dei cambiamenti organizzativi;
  • Lavoro precario;
  • Comunicazione non efficace;
  • Mancanza di supporto da parte di colleghi o Datore di Lavoro;
  • Violenza fisica e psicologica ai danni del lavoratore, da parte del datore di lavoro o da terzi.

Da queste situazioni, caratterizzate da una forte disagio protratto nel tempo, possono scaturire i seguenti sintomi:

  • psico-emozionali, come ansia, paura, ossessione, ipocondria, rabbia, paranoia, depressione, bassa autostima e difficoltà a prendere sonno, che aumentano la probabilità di incorrere in qualche patologia neuro-psichiatrica;
  • fisici, che interessano organi e apparati come il sistema cardiovascolare (con possibile aumento della pressione arteriosa), l’apparato gastrointestinale (con gastrite, ulcera gastrica e colite ulcerosa), l’apparato muscolo-scheletrico oppure malattie del sistema imunitario o psicosomatiche (come dermatiti, psoriasi, eruzioni cutanee, ecc.);
  • comportamentali, che aumentano la probabilità di accadimento di infortuni sul lavoro, dipendenza da droghe, con conseguenze sull’equilibrio relazionale e familiare del lavoratore.

Uno stress cronico può causare nei lavoratori disturbi psicosomatici, fisici, psichici e comportamentali anche gravi. Disturbi dell’umore, alterazioni del ritmo sonno-veglia, conflitti interpersonali e familiari, burnout e depressione, sono possibili conseguenze. In caso di patologie da stress lavoro correlato, affinché l’INAIL (Istituto Nazionale Assicurazione infortuni sul Lavoro) provvedi al risarcimento economico, è necessario che il lavoratore dimostri che la patologia è stata generata da una condizione lavorativa avversa; a tal fine potrebbero essere utili prove documentali e testimoniali. Nel caso i cui il lavoratore accusi uno stress dovuto al lavoro, è bene che informi il Medico Competente aziendale della situazione critica in cui si trova.

Valutazione del rischio stress lavoro correlato

Secondo il Decreto Legislativo 81 del 2008 sulla salute e sicurezza sul lavoro, la valutazione del rischio da stress lavoro correlato deve essere effettuata attentamente, come per gli altri rischi ai quali sono esposti i lavoratori. A tal riguardo, l’articolo 28, comma 1, del D.Lgs. n. 81 del 9 aprile 2008, prevede che la valutazione di tutti i rischi per i lavoratori debba tener conto, tra l’altro, dei rischi da stress lavoro correlato. Tale valutazione comprende un esame preliminare dove si effettua la rilevazione e l’analisi dei seguenti indicatori:

  • Eventi sentinella: riguardano l’incidenza infortunistica, le assenze per malattia, eventuali procedimenti disciplinari, lamentele formalizzate da parte dei lavoratori.
  • Fattori di contenuto del lavoro: riguardano l’ambiente di lavoro, le attrezzature, i carichi di lavoro ecc.
  • Fattori di contesto del lavoro: riguardano il ruolo, i conflitti, l’autonomia decisionale ecc.

La sanzione per il Datore di Lavoro in caso di inottemperanza è un’ammenda compresa tra euro 1000 e euro 2000.

Il Burnout: la conseguenza dello stress da lavoro

Il burnout è il possibile esito patologico della cronicizzazione di uno stato di stress lavoro correlato. Il soggetto avverte dei sintomi che derivano da uno stress persistente. La sindrome da burnout si ha quando una situazione professionale viene percepita come logorante dal punto di vista psicofisico. Il lavoratore affetto non riesce a fronteggiare questa sensazione di esaurimento fisico e mentale e arriva al punto di “non farcela più”. Con il passare del tempo, il burnout può portare ad essere indifferenti e poco interessati allo svolgimento della propria mansione. Tutto ciò non va sottovalutato, perché potrebbe sfociare in una forte depressione e in altri disturbi più complicati da affrontare. I metodi per superare la sindrome sono diversi e comprendono un percorso psicoterapeutico, volto a modificare le abitudini lavorative e l’adozione di misure utili a contrastare lo stress nella quotidianità. “Burn out” è un termine inglese che letteralmente vuol dire “bruciato”, “esaurito” o “scoppiato”. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il burnout è una vera e propria patologia derivante da stress cronico sul lavoro, che non si sa gestire.

Dormire bene e pochi caffè aumentano la concentrazione

La prima raccomandazione degli esperti per favorire la concentrazione riguarda un aspetto ovvio, che spesso non viene preso in considerazione: il sonno. Riposare bene è importante per mantenere l’equilibrio psicofisico ed evitare l’agitazione. E’ bene dunque rispettare gli orari in cui si va dormire, preferire cibi leggeri a cena, mantenere una temperatura ottimale in camera da letto. Se si hanno problemi a prendere sonno, una tisana rilassante, da bere lentamente prima di andare a letto, può essere una buona abitudine. Spegnere cellulare, tablet e computer almeno un paio d’ore prima di mettersi a letto potrebbe favorire il sonno; anche evitare troppi caffè durante la giornata è un metodo per riposare bene. Istintivamente si è portati a pensare che la caffeina aiuti a rimanere concentrati, ma quando lo stress è cronico, questa sostanza può peggiorare la situazione.

Come essere più attivi mentalmente?

Per essere più lucidi mentalmente, la soluzione giusta è quella di eliminare ciò che ha generato lo stress, in modo da ripristinare il vigore fisico e la prontezza mentale e così la mancanza di concentrazione. Questo scopo è difficile da raggiungere in tutti i casi: del resto è piuttosto utopistico pensare di eliminare totalmente lo stress dalla propria vita; è possibile invece cercare di gestirlo nella maniera corretta. Non esiste una regola valida per tutti, dipende dal caso specifico. Quando la stanchezza mentale si avverte per troppo tempo, il soggetto ha spesso problemi di concentrazione. Il risultato è che si dimenticano a volte scadenze e appuntamenti; tutto ciò rende nervosi e peggiora la situazione già critica. E’ utile in questi casi evitare di raccogliere troppe informazioni, proprio perché molte andrebbero perse; bisogna tentare, piuttosto, di selezionare i dati più importanti da memorizzare. Può essere d’aiuto scrivere le date da non dimenticare in agenda, per consultarle in modo rapido, o tramite applicazioni apposite che inviano notifiche come promemoria. Questa soluzione è vantaggiosa, ad esempio, per coloro che seguono una terapia farmacologica o per coloro che hanno molti impegni in diversi punti della città. Le persone stressate deve adottare uno stile di vita sano, partendo da una corretta alimentazione: mai saltare i pasti, perché il cibo va ad alimentare anche il cervello e a ritrovare concentrazione. Il nostro corpo necessita di tutti i nutrienti per svolgere appieno tutte le proprie funzioni vitali; anche grassi e carboidrati non dovranno mancare. Se possibile, consumare cinque pasti al giorno: i tre principali e due spuntini leggeri a base di frutta secca, frutta fresca o yogurt. Si consiglia di praticare sport, cimentandosi specialmente in attività come lo yoga, che consentono infatti il rilassamento; è meglio evitare esercizi intensi, che sono invece fonte di stress per il nostro organismo. Tra gli elementi da evitare vi è anche il fumo, che ostacola l’ossigenazione cerebrale, e farmaci che inducono sonnolenza diurna (ansiolitici, antistaminici, ecc.).

L’assunzione di integratori favorisce la memoria?

Gli integratori alimentari appositi per il supporto alle normali funzioni mnemoniche contengono generalmente estratti vegetali ad azione adattogena, come quello di rhodiola e di eleuterococco. Gli adattogeni sono una tipologia di piante che vanno ad alleviare lo stress. E’ quindi consigliato assumerli durante i periodi di esaurimento dovuti a cambiamenti drastici e in tutte le situazioni in cui si devono mettere in atto azioni di tipo adattativo. Minerali come il magnesio, inoltre, aiutano a far funzionare al meglio il nostro sistema nervoso e a ricordare le cose; anche gli antiossidanti, sono d’aiuto, in quanto neutralizzano i radicali liberi, responsabili dell’accelerazione dell’invecchiamento delle cellule nervose. Zinco, selenio e alcune vitamine, come la C e la E sono un ottimo supporto alla memoria e alla capacità di concentrazione e attenzione.